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Iscalas e Pizos, i sentieri verticali dei Pastori Alpinisti

E comente est ch'ant fattu sos Pastores
a si fagher cun truncos sos caminos
inue est logu de sos boladores?

Ma come hanno fatto i Pastori a crearsi con i tronchi dei passaggi là dove osano solo le aquile?

Questa libera traduzione di parte della poesia di Cesare Carta di Baunei riassume, in tre sole righe, quanto si vuole documentare con l'intera opera dedicata alle Iscalas e Pizos con cui i Pastori dei Supramontes hanno affrontato e superato gli ostacoli di un territorio a prevalente sviluppo verticale.

I territori carsici denominati Supramonti, ricompresi nei "salti" comunali dei paesi di Baunei, Dorgali, Oliena, Orgosolo ed Urzulei, hanno costretto i loro abitanti a diventare degli "alpinisti inconsapevoli", nella loro quotidiana fatica al seguito delle greggi e nel ritrovare sostentamento in quello che oggi appare come uno scenografico paesaggio lunare.

L'opera in questione, composta da 350 pagine corredate da oltre 500 fotografie, descrive ed individua 75 tra le più emblematiche e spettacolari Iscalas che consentivano di superare pareti apparentemente invalicabili.
Al tempo stesso intende raccontare una parte di quel periodo epico, vissuto dai nostri avi Pastori rocciatori e, in qualche modo, fissare i racconti degli ultimi abitanti di questi luoghi, onde evitare che si perdano definitivamente i ricordi, i nomi, le opere e le gesta di quel periodo straordinario che ha visto l'uomo convivere con questo territorio di incomparabile bellezza.

La scoperta del mondo aspro e selvaggio dei Supramontes, ove la roccia prevale su tutti gli altri elementi, porta inevitabilmente ad alcuni interrogativi: come l'uomo ha potuto abitarvi continuativamente per millenni e sino ai recenti anni '50 e '60? Come riusciva a procurarsi l'acqua là dove non esiste un'idrografia di superficie? Come riusciva a sostentarsi su quei nudi rocciai? Ma, soprattutto, come riusciva a superare gli immani ostacoli orografici che si succedono ad ogni passo?

As Iscalas sono, a mio avviso, l'emblema della sfida umana a questo territorio oramai mitizzato: esse raccontano dell'ingegno, della perizia e dell'incoscienza che animavano gli antichi abitanti di queste terre selvagge.
Si spera pertanto che questo lavoro possa offrire un modesto contributo al recupero di queste eccezionali opere che hanno caratterizzato per millenni i "Pastori alpinisti".

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