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La scuola al tempo del Covid
- 05 Ottobre 2020
- Bachisio Porru*
E' tempo di ripartire. Il rientro in classe mai è stato così atteso e così pieno di incognite dopo la chiusura che, dal 5 marzo, ha tenuto lontano dalla scuola oltre 8 milioni di studenti. E' presto per valutare quanto abbiano inciso questi 200 giorni, nella formazione dei ragazzi, negli equilibri familiari e sociali e, in prospettiva, nella vita del paese. Ma se gettiamo uno sguardo di orizzonte lungo, si può arguire che, probabilmente, il Covid 19 determinerà una formidabile ed epocale spinta al rinnovamento del nostro sistema educativo. Certo, nel breve periodo dobbiamo vincere la paura e la sfida della ripartenza. Le scuole da tempo sono alla ricerca di spazi adeguati al distanziamento cosiddetto 'sociale'.
In pochi mesi non si può certo mettere riparo alle gravissime carenze dell'edilizia scolastica. Ma l'intrapresa delle scuole è encomiabile. In molti casi il decremento della popolazione scolastica ha favorito l'utilizzo di spazi più ampi. Solo negli istituti più affollati si trova la quadra alternando ancora alcuni giorni di didattica a distanza con i giorni di presenza effettiva. Pur in attesa dei banchi monoposto promessi dal governo non sembrano segnalarsi gravi difficoltà nel nostro territorio. Sembra anche garantita, alle scuole, la giusta dotazione di mascherine e disinfettanti. Le criticità più importanti, dal punto di vista organizzativo, sono due: l'attribuzione del personale e il trasporto degli studenti.
Il Ministero ha indicato in 215 mila gli incarichi di supplenza necessari per coprire le esigenze di quest'anno scolastico e in 60 mila i posti di organico cosiddetto Covid per un totale di 275 mila supplenti tra docenti e ATA. Ad oggi sarebbero state attribuite 110 mila supplenze. Mancano quindi alle scuole 165 mila unità. Anche nel nostro territorio si assiste a un rallentamento notevole nell'individuazione del personale. L'Ufficio scolastico di Nuoro sta affidando con molta macchinosità incarichi di supplenza a 800 docenti senza titolo su 3600 posti in organico. Questo dato evidenzia come sia impossibile avere docenti qualificati se le scuole di formazione universitarie vengono chiuse. Vi è poi il gravissimo problema dei trasporti. Nessuna concertazione è stata realizzata tra Enti Locali, Dirigenti scolastici e ARTS così che i sindaci muovono forti rimostranze poiché, quand'anche le scuole garantissero ogni protocollo di sicurezza, tutto verrebbe vanificato se il trasporto degli studenti dovesse essere assicurato, come sempre, con mezzi stracarichi e senza alcuna prevenzione sanitaria.
Altra criticità viene segnalata per la frequenza degli alunni della materna e della primaria. Non appena riesploderà l'influenza stagionale se, come I pediatri sostengono, sarà necessario far eseguire a tutti il tampone per certificare un rientro in sicurezza, verrà pregiudicata la regolare frequenza dei più piccoli, con quarantene forzate e di massa per alunni e genitori. E' cronaca della settimana scorsa: appena avviate le lezioni nel capoluogo nuorese si sono verificati alcuni casi di Covid al Volta, altri al Liceo Fermi e al liceo S. Satta, oltre che un caso al nido comunale 'Primi passi'. Chiusure e didattica a distanza le contromisure immediate che rimettono in discussione gli sforzi fatti dalle scuole per un regolare e sicuro avvio dell'anno scolastico. Facile prevedere che l'anno sarà costellato di questi avvii faticosi e arresti improvvisi.
In questa situazione i dirigenti scolastici e i loro staff sono soli con un carico di responsabilità immenso. Il panorama istituzionale si è infatti completamente e silenziosamente modificato dai tempi dell'attribuzione dell'Autonomie alle scuole. Scomparse le Comunità Montane e le Province, il dimensionamento della rete scolastica e la programmazione dell'offerta formativa è diventato mero e secondario atto burocratico, sancito annualmente con un atto di nessun rilievo politico dalla Regione. Ma nonostante queste criticità il Covid spinge la scuola oltre le colonne d'Ercole del novecento. L'opinione pubblica vuole che essa, finalmente riconosciuta come bene primario nazionale, riparta e riparta con dignità. Le scuole, dopo l'improvvisa chiusura, hanno dovuto riflettere per ripensare il curricolo. Ripensarlo non più basato sulla lezione frontale ma facendo emergere nuovi strumenti e opportunità. La didattica a distanza ha permesso di conservare un filo, sia pur tenue, tra alunno e scuola attraverso piattaforme telematiche che ora vengono progressivamente ampliate e riempite di contenuti, anche interdisciplinari aprendo a un vero e proprio ripensamento della didattica.
Tali piattaforme sono destinate a permanere, ben oltre il tempo del Covid, a disposizione quotidiana degli alunni, anche per il recupero e il potenziamento. Esse andranno ad ibridare la didattica ordinaria così che le scuole dovranno ripensare il rapporto tra apprendimenti formali ed informali, riconoscendo competenze non direttamente acquisite a scuola e che oggi diventano sempre più importanti. L'ideogramma cinese che rappresenta la parola crisi richiama il concetto di pericolo e opportunità. Ho fiducia che la scuola italiana stia riconoscendo il pericolo che la attraversa e che, al contempo, coglierà l'opportunità per innovarsi e rafforzasi per essere più vicina agli studenti e alle ambizioni del paese.
* Ex Dirigente scolastico- Ex Sindaco - Fondatore della Associazione Piccoli Comuni